Feed the frog

sabato 25 aprile 2015

Il "rospo chimico ovvero il metrosexual ovvero: tanto fumo e niente arrosto"

Non so quanti si ricordino ancora di una delle pubblicità più gettonate ed ormoniche degli anni (credo) '80, era della Denim, dopobarba dalla discutibile piramide olfattiva, dove veniva inquadrato il torso di un uomo con indosso una camicia di jeans che, aprendosi sul pettorale del tizio, scoperchiava a  sua volta una voragine di fantasie nel mondo femminile (fantasie che ho sempre pensato l'agenzia pubblicitaria abbia voluto preservare proprio evitando di mostrare un volto che ho sempre immaginato molto banale se non addirittura bruttino). Vabbè fatto sta che ad un certo punto una mano femminile, con le sue dita affusolate e le lunghe unghie laccate rosso Ferrari, compare sullo schermo insidiandosi felina dentro la camicia aperta cercando il resto del manzo, ma -ahimè- mentre il pubblico femminile attende sviluppi succulenti, la mano di lui placa di scatto l'intrusa, arrestandone l'avanzata, mentre la voce fuori campo ci avverte che: "denim, per l'uomo che non deve chiedere mai!". Poi ci fu la versione con lei fighissima + lui sempre inquadrato parzialmente -da qui la convinzione che lui avesse almeno qualche piccolo difetto alla parte superiore del viso, tipo fosse un pó ciclope- in una caverna con lui che si rade col coltello, lei lo schiaffeggia con una manata di dopobarba e infine tenta nuovamente l'arrembaggio spingendosi al livello successivo, ovvero scendendo in zona cesarini e tentando di superare la cortina dei boxer. Ora, questa pubblicità é quanto mi é venuto in mente pensando al "rospo il chimico ovvero il metrosexual ovvero: tanto fumo e niente arrosto". In realtà se andiamo a vedere la pubblicità, che inneggia ad un uomo Alfa, maschio al cubo, nel senso di esemplare dotato di massicce dosi di testosterone, un po' Neandertal nel suo essere tenebroso e rude, non c'azzecca niente con il bufo che, in quanto metrosexual, bada in modo ossessivo alla propria forma fisica, si rade solo con un certo tipo di rasoio elettrico seguendo una specifica routine -perché l'elettrico scalda e se scalda ti arrossi, ma il rasoio vade retro chè mi viene la follicolite. Se vai in bagno ha le 100 cremine disposte con due filtri: il turno di utilizzo e dal più alto al più basso. La cabina armadio va per colore: nero notte, canna di fucile, grigio antracite, grigio spigato, poi i blu. Le camicie bianche sono inamidate, le scarpe lucidate, ha la macchina pulita dentro e fuori e nessun arbre magique chè fa puzza, se fai cadere l'occhio sulla presa accendisigari ti accorgi che l'accendisigari non c'è -tanto non fuma, perché a) fa male b) puzzerebbe di ciminiera ed avrebbe le dita gialle c) sporcherebbe il posacenere- ed ha lasciato posto al dispositivo auto della lamp berger. Quando lo incontri, così preciso, così pulito, così stirato anche di faccia, immagini che abbia la donna di servizio e che finalmente non dovrai trasformarti, ogni giorno, nella fatina dei calzini sporchi. Al primo aperitivo è frizzante e spiritoso, come il nostro rospo, tu lo guardi e pensi che 10  cm di altezza in più non avrebbero mai fatto male a nessuno ma che se per caso quelli Madre natura li ha fatti recuperare, anche solo parzialmente, altrove, va bene uguale. Comunque la conversazione procede serena, è spigliato e simpatico. Ti pare una botta di culo che la cosa vada avanti e tocchi l'Everest quando, ad un certo punto della frequentazione, lui ti invita a casa sua. Dopo mille accortezze decidi di andare. Precetti il migliore amico, che rimane nei paraggi della casa del tizio, pronto a scattare allo squillo concordato. Metti al corrente anche le amiche, in modo che sappiano bene dove sei in caso di necessità (perché io non lo dico abbastanza qua, però bisogna sempre ricordarsi che di gente matta c'è pieno e la prudenza non è mai troppa). Ti vesti, ti prepari e vai. La zona promette bene perché, diciamocelo francamente senza fare le ipocrite: se un uomo ti piace perché ti tratta bene, è intelligente etc ed ha tutti i crismi che tu cerchi, se è anche ben piazzato schifo non fa. Non è una discriminante, ma se devi decidere se ti fa più o meno piacere, è chiaro che vale la seconda. Il rospo in effetti ha una bella macchina, fa un lavoro interessante, economicamente sembra non passarsela male quindi quando ti dà l'indirizzo di casa ti compiaci che non sia in una zona malfamata ma tutt'altro. Sali su, lui ti accoglie con tutti i crismi, ti invita a guardarti intorno e tu noti pulizia ed igiene, precisione (che per te che quadri i prodotti del bagno è tanta manna), poi passi allo studio e ci sono tanti libri. Tu ami i libri, quando entri in libreria c'è quel profumo assurdo di pagine ed inchiostro e non resisti e li vorresti adottare tutti, loro e le loro copertine economiche o lucide, colorare o minimal. Per cui sapere che lui legge è un plus..da lontano leggi un autore: Seneca. Naaaa dai veramente??con gli occhi a cuoricino lo raggiungi sul divano, lui mette su un dvd di un concerto, quello dei Seven mary three..o forse erano i pearl jam??boh comunque non ti propina nè un banalità nè una roba assurda ma un gruppo che ami ed ascolti e quindi condividere anche i gusti musicali è l'ennesimo strike che il rospo fa.
Dopo 10 minuti l'interesse nel dvd cala e gli occhi sono rivolti altrove. Nel frattempo suona il cell di Darklady, è una delle Amiche che le scrive più o meno così (ovviamente il messaggio è stato letto dopo): ehm ciao amica senti sono qui con Darkladytobe, e pensavo..va tutto bene?!?!". Amica, sì, va tutto benissssssssssimo. Va fin troppo bene e Darklady decide di osare: decide che é ora di prendere il comando della situazione. Si dice che in amore vince chi fugge, io credo sia vero, perché non c'è cosa più attizzosa di avere qualcuno accanto sicuro di sè, con una spina dorsale bella spessa e la propensione alla decisione. Insomma, l'uomo (o la donna) che non deve chiedere mai!ora, non è sempre così nel senso che ci sono uomini che vogliono, poveri loro, la donna geisha. Si dice che un uomo forte sa gestire la donna forte, mentre un uomo debole dirà che lei ha un brutto carattere. Darklady ha un carattere veramente orribile, by the way. Comunque lei si alza interrompendo le effusioni prima di arrivare ad una situazione già avanzatissima, lui rimane malissimo, un po' stranito ma sicuramente invaghito perché qualche giorno dopo la invita a cena a casa sua chiedendo: "Ti piace il pesce?" Dapprima Darklady, abituata al turpiloquio degli amici e del fratello, pensa che pesce sia sinonimo di membro maschile, poi si ripiglia capisce che si parla di animale ittico e risponde che sì, le piace assai (un po' perché in effetti le piace, un po' perché così cade in piedi qualsiasi sia la possibile interpretazione della richiesta). Darklady è entusiasta, ne parla persino in the Office dove il rospo viene introdotto con il nome in codice de "il chimico", ne tesse le lodi con la Capa suprema che nel frattempo, appena la ragazza apre bocca, si tappa le orecchie ai suoi racconti dicendo "non voglio sentire o mi devo preoccupare al posto di tua madre che riposa ignara dei casini che combini". Così, bottiglia di Moet alla mano, Darklady suona a casa del bufo e si trova una bellissima scena: lui che sta preparando guazzetto delizioso con totanetti freschi e pomodorini pachino. Cacchio, cucina!!!!!! In cucina la temperatura è rovente, Darklady cerca di collaborare aiutandolo nella preparazione della cena ma il rospo ha perso interesse nel cibo e si dedica a corteggiarla. Una volta a tavola sono piogge di vino bianco ghiacciato ed ottimo guazzetto con pomodorini..Darklady, sta per finire il suo piatto, scorse l'ultimo pomodorino nel piatto, lo infila in bocca, ubriaca di ammmmmore e zero di vino, dà una bella masticata e...cazzo!!!non è un pomodorino, quel babbo del bufo non ha tolto il peperoncino che aveva messo per insaporire la salsa..cioè ok è afrodisiaco (vino bianco + pesce + piccante + composta di fragole) però cazzo il peperoncino va tolto!! Darklady ha la bocca in fiamme, più che una mantide si sente Fantozzi, le lacrime salgono e sta per piangere, non riesce a respirare ed è terrorizzata che lui se ne accorga..cheffiggguradimmmerda!no ok, sei Darklady no?ecco, e allora se sei Darklady sei come una giovane marmotta, sei come un supereroe: hai mille risorse e sai far fronte alle difficoltà senza battere ciglio (anche perché se sbatti la palpebra, lacrimi..). Quindi ricordando le lezioni degli avi si avventa sul cestino del pane che, porca pupazza, contiene solo crackers!Merda. Ok vada per il cracker. Un pacchetto. Quindi si scola due calici di vino, così, come se fosse camomilla, e piano piano la bocca ricomincia a prendere sensibilità. Lui non si accorge di un cazzo, niente, nada. O forse l'ha fatto apposta e se la sta ridendo??mah. Il
dopocena ovviamente non vi dico come va, ma va come deve andare, e va bene. Lui dimostra anche un certo saperci fare che non guasta mai. Ok. E po?E poi il disastro, l'implosione!Perché in pratica lui fa capire a Darklady che è ora di salutarsi. Malissimo, cafonazzo!non tanto per il concetto, quanto per i modi. Darklady non si fa certo pregare, ma arrivata a casa gli manda un sms ringraziandolo e suggerendo contestualmente, un domani, di non sbattere la gente fuori di casa. Lui si scusa, non era certo sua intenzione, dice. Diciamocelo, va bene così, il rospo ha già una mezza X, alla Mara Maionchi. Qualche giorno dopo i due si rivedono per cena fuori, e lui comincia a dimostrare le lacune criticando una ragazza con cui è stato, solo per una leggera parolaccia che lei ha proferito. Diciamoci come stanno le cose: le donne fanno le stesse cose che fan i maschietti, solo che non sempre lo fanno in pubblico e molto spesso è per non sfigurare davanti a uomini che, come il rospo, affiancano il concetto di femminilità al cm ti tacco e dall'ostentazione di altri parametri vari ed eventuali, senza pensare che c'è altro dietro al concetto di essere una Donna. La Donna con la gonna di Vecchioni, insomma, è una gran cazzata. Fatto sta che Darklady capisce dove va a parare il tipo, quindi estrae il timbro con la scadenza e gli dà 2 settimane, dai 3 se lo tiene in frigo, come il latte. Non di più. Allora si accorge che lui non ha fatto manco il gesto di andarla a prendere, è andata lei coi suoi mezzi al ristorante, e comincia a nasare che dietro quella bella impalcatura forse c'è il nulla cosmico. In realtà è più di un nasare: è come se improvvisamente le fosse arrivato un fax che la avverte del pacco clamoroso che si trova davanti. Bene. Ok facciamo che allora finché non mi stufo ti uso, anche perché al momento il materiale per il blog non mancava quindi ci si poteva permettere di essere schizzinosi. Arrivati di nuovo alla di lui dimora, Darklady fa un'esame approfondito: le camicie sono tutte uguali, il dentifricio è spremuto a metà (argh!!) ma soprattutto: i libri hanno TUTTI il dorso intatto. Cosa vuol dire?prendete un libro che avete letto e guardatene il dorso. Prendetene uno mai aperto e fate altrettanto. I dorsi sono diversi. Quello letto ha il dorso piegato, il nuovo no. Ecco, questo ha comprato un po' di libri e li ha messi lì a far bella mostra. X completa. Bufo lasciato fuori dal frigo. Latte irrancidito. Ritirata imminente. All'ennesima cena lui le dà appuntamento sotto casa sua davanti ad un locale, Darklady aspetta aspetta, poi lo chiama: lui è sotto casa sua, a dieci metri, convinto di averle dato appuntamento lì invece che dal locale. Dopo questa prova di rimbambimento è ora di chiudere, Darklady decide di uscire di scena col botto. Porta una bottiglia di Ferrari e un pó di cose carine, lui sembra esaltatissimo per quanto lei sia tosta, ma dopo qualche bicchiere e non molto tempo, Darklady decide che è ora di andarsene perché è stufa di lui, è ora di dargli il benservito. Mentre procedono verso la porta di ingresso, il bufo porta il Ferrari nell'adiacente cucina per rimetterlo in fresco e le urla "lo metto qui per la prossima volta, ok?" peccato che Darklady soffra di ipoacusia ovvero sia uno di quei soggetti che, purtroppo, se gli parlate da un'altra stanza non capisce cosa stiate dicendo..per essere meno romantici: è un pó sorda!!per cui il tizio, non ricevendo risposta, torna da Darklady che attende davanti alla porta e ghignando se ne esce con un:" ma tu sei sorda?!?dicevo che la metto in fresco per la prossima volta". Io scommetto che la sua voleva essere una battuta ma credete che, almeno per me, il problema è reale perché purtroppo se la società considera normale il vedere male, non riserva lo stesso trattamento a chi non sente, per cui le situazioni di imbarazzo e difficoltà ci sono eccome e quindi gli unici che ci possono scherzare sono i sordi stessi. Ergo: è proprio di un soggetto sensibile non scherzarci se si nota qualcosa di strano, almeno finché nn si ha una certa confidenza "intellettuale" col soggetto burlato. Così Darklady decide di affondare il coltello e gettare la bestia nell'imbarazzo più completo: "Veramente si!ho problemi di udito. Certo che tu sei campione di sensibilità eh!!comunque guarda, non ci sarà una prossima volta. È ora apri sta cazzo di porta che voglio andarmene". Il bufo rimane impietrito, apre la porta, saluta, Darklady ringrazia e scende le scale mentre lui la guarda allontanarsi...
Un annetto dopo è estate, paesino modaiolo, disco party in spiaggia, Darklady è in compagnia di fratello, fidanzata del fratello, amici e l'immancabile compagna di bagordi Darklady-to-be. Lei a la sua reale fidanzata sono lí che si scatenano su qualche tormentone estivo e si sente toccare la spalla..è lui, è il  "rospo il chimico ovvero il metrosexual ovvero: tanto fumo e niente arrosto"!!. Conversano trenta secondi netti, il massimo che ormai Darklady può reggere in sua compagnia che non contempli attività pseudo ginniche, e poi tornano ognuno alla propria compagnia. Ma voci di corridoio vogliono lui intento a guardare lei, con sguardo da mandragora e la faccia del "ehi io sono qui perché non mi guardi?? guardami guardami guardami guardami guardami guardami", da qui, forse, il fatto che il primo pensiero collegato sia stato lo spot dell'uomo che non deve chiedere mai. Ovvio che per Darklady, in quanto tale, era l'ultimo dei pensieri!

Morale: l'amico di letto è come l'ospite che è come il pesce -quello vero- : o lo cucini, o dopo 3 giorni puzza (ok forse il detto non è proprio così...)

Scheda de: il "rospo il chimico ovvero il metrosexual ovvero: tanto fumo e niente arrosto

Tipo di stagno: all confort, stagno esclusivo che al mq costa più di un attico in San Babila, pulisce la sua ninfea in modo maniacale nei giorni che intercalano fra le visite della domestica. Vale il detto "bella casa bella auto bel lavoro"..ma...

Cibo preferito: dietetica, fusion, novelle cousine. Uomo di casa quando conviene, sa cucinare light ma saporito, aggiungendo il suo tocco "piccante".

Carattere: il rospo in questione è facile a trarre in inganno perché sposa una bella apparenza con un carattere solare e simpatico, con una conversazione brillante ed un atteggiamento molto smart e sicuro di sè, senza essere arrogante. Andando a grattare, però, vi accorgerete che dietro quelle false aspettative c'è poco o niente.

Caratteristica basilare: tanto fumo e niente arrosto, appunto!

domenica 19 aprile 2015

Il "rospo coglionazzo ovvero la botta di sfiga"

Ci è voluto un po' per mettere insieme questa nuova puntata, in parte perché dopo tanto tempo di astinenza dal blog avevo l'imbarazzo della scelta fra i rospi da analizzare, un po' perché da sempre non sono una di quelle che si mette a scrivere lì e boom, arriva l'ispirazione,  io a volte quel che scrivo lo devo covare, mi ci dedico nei momenti di calma o in quelli più impensati, tipo quando sono a letto prima di dormire: mi metto lì e penso a come cominciare, come delineare il post etc. Quindi si potrebbe dire che le boiate che scrivo derivano dalla stanchezza e non dalla mia mente disturbata, ecco tutto. 
Alla fine ieri sera mi sono decisa che il miglior ritorno non potesse che essere lui, il "rospo coglionazzo ovvero la botta di sfiga" uno dei top di gamma del parco rospi mondiale, tutto il resto è noia. Non c'è altro modo di denominare questa bestia, domando scusa per la volgarità della denominazione, ma Il bufo in questione -che peraltro è già stato nominato qui-  è un deficiente senza pari. Deficia praticamente di tutto: maturità, arguzia, cervello, muscoli, ma soprattutto rispetto ed umiltà. Pensa di essere un figo ed invece è uno sfigato, pensa di averla dalla parte del manico e che sia tu quella che ci è rimasta sotto, quando in realtà tu gli hai già dato dei larghi da tempo e lui non se n'è accorto. È stronzo, se ne sbatte di qualsiasi cosa, ma soprattutto ha una quantità di materia grigia pari alla sua maturità: per trovarle bisogna chiamare il RIS di Parma. La sfiga è che di tutto questo te ne accorgi che sei già coinvolta e quindi rimani invischiata come con lo slimer: bene o male ti lavi ti lavi, ma qualche pezzetto ti rimane addosso. Il tizio è stato conosciuto da Darklady anni anni ed anni fa. All'epoca whatsapp non esisteva, Zuckemberg era ancora all'asilo quindi non c'era Facebook, l'iPhone ed il galaxy erano vestiti da Nokia 3310 o startak senza connessione perenne (il che significa che io non potrei fare quel che sto facendo ora: postare dal cell usando un'app mentre sono in macchina durante un viaggio della speranza di 3 ore..ovviamente non sto guidando). Dal punto di vista sociale era una disgregazione cibernetica ma dal punto di vista umano era un'altra cosa: quando andavi a mangiare, la roba la mangiavi calda perché nn perdevi tempo a fotografarla per metterla su Instagram, se andavi a bere una birra ti guardavi negli occhi col compagno di bevute (ammesso che l'altro non fosse sverso) e soprattutto: se non rispondevi ad un messaggio potevi accampare varie scuse e nessuno ti avrebbe potuto dire niente, nessuno avrebbe potuto  dirti che però su whatsapp gli compariva doppio flag blu e che quindi avevi letto. Ciò significava che Darklady, che era all'estero per un po' di tempo per studio, poteva tenersi in contatto con gli amici solo via email. La mail galeotta fu di un amico, col quale mi parlo ancora nonostante questa vicenda, ergo è un'amicizia importante: mi mandó uno di quei giochini della serie prendi un numero aggiungi 5 togli 7 dividi per 2 etc ed avrai il numero y, diciamo 4. Scorrendo la mail leggo sotto chi aveva iniziato la catena: era proprio il bufo che, nell'inoltrare la mail ai propri contatti, commentava con stupore domandandosi come fosse possibile la riuscita del giochino. Darklady, secchia fino al midollo che non aveva ancora capito che se una telefonata allunga la vita, farsi i cazzi propri ti fa vivere serena, invió una mail al tizio spiegandogli che non si trattava altro che di un'equazione con x= y, dove  y era il numero che risultava dalla mail ovvero 4 mentre x era il numero preso dalla persona. Il bufo evidentemente oltre che non fare un cazzo al lavoro non faceva un cazzo manco a scuola e/o all'algebra non era arrivato visto che si trattava di un'equazione elementare. Ma Darklady stupidamente non se ne accorse e quando il tizio le rispose molto educato ringraziando assai e complimentandosi per l'intelligenza e l'arguzia della sua salvatrice, oltre a spiegargli che le sembrava normale sapere le basi dell'algebra, diede involontariamente modo al tipo di dare il via ad una corrispondenza informatica che duró qualche settimana. In questo periodo Darklady era invischiata in una storia malatissima con un collega di studi per cui al tizio non pensava che come un conoscente, così, quando qualche settimana dopo tornó a casa per le vacanze di Natale e il tipo la invitó a prendere un caffè, Darklady si limitò a chiedere al suo amico qualche info per capire se poteva accettare o se sto qua era un pazzo squilibrato. L'amico la rassicurò dicendo che era l'ex di una sua amica, che non era un pazzo sgozzatore ma che più di una volta lui si era comportato male con questa ragazza, tipo che l'aveva abbandonato su un Monte, di sera, perché avevano litigato, lei era scesa e lui era ripartito, mettendo in serissimo pericolo la ragazza (immaginate di stare su un monte, a fanculonia, lontani dalla civiltà, senza mezzi pubblici e di notte) che quindi fu costretta a chiedere aiuto a due suoi amici, fra l'altro amici anche di Darklady e di cui uno è quello della mail. La cosa ovviamente mise Darklady in allarme ma a lei non interessava il tizio, le faceva solo piacere dare una "consistenza" ad una mail, ad una persona che era in fin dei conti simpatica, la testa era da un'altra parte e lui lo sapeva perché più di una volta si era parlato di questa persona. L'incontro fu piacevole, lui era simpatico e carino, Darklady rimase positivamente impressionata ma la cosa ovviamente rimase confinata ad una superficiale conoscenza, anche perché poche settimane dopo tornó all'estero. Lui però pareva interessato, era dispiaciuto lei dovesse ripartire e la corrispondenza andò avanti con lui esattamente come con gli amici rimasti a casa. Poi, nei mesi a venire, la storia con lo straniero naufragó miseramente, il dolore era grande e duró anche dopo che Darklady ritornó a casa come Lessie (anche perché l'ex non la lasciava in pace!!!). Il "rospo coglionazzo ovvero la botta di sfiga" era non solo un minchione ma anche un po' stronzo perché come un corvo aleggiava sopra le macerie del cuore di Darklady fino a che non riuscì a conquistarne la fiducia. Una sera la invitó ad uscire, fu carino e galante, le parole del suo amico le rimanevano stampate solo nel retro del cervello e quando scattó il bacio, fu un gran bel bacio. Diciamola una cosa carina: il bufo baciava bene. Ma proprio bene eh!Ma come spesso accade il rapporto non andava nè avanti nè indietro, i due si vedevano spesso in pausa pranzo, lui era appiccicoso sempre con sti baci che per carità, erano bei baci ma diosanto la bocca è fatta anche per parlare e magari facciamole due parole no?insomma la cosa non si smuoveva fino a che accadde una cosa. Il bufo invitó Darklady fuori, le disse che però prima aveva una cena di lavoro, si accordarono per un'ora tipo le 10 di sera. Alle 11.30 eravamo ancora lì a mandarci sms con lui che si scusava dicendo che andava per le lunghe e rimandava l'orario ed io incazzata e pronta che gli dicevo di salutare i colleghi e venire via. Ora a scriverlo ci sorrido, ora in 2 secondi capirei che il collega si chiamava Maria o una roba così e probabilmente era incazzata quanto me di vederlo al cellulare tutta la sera a pigiare tasti sulla tastiera. Ma l'inesperienza fa questo, aggiungiamoci che fino ad allora ero stata un pochino naïf perché gli uomini che mi circondavano non erano degli stronzi. E fu lì che, quando lui mi scrisse ok arrivo e io avvertii i miei che stavo uscendo, mio padre mi chiarì il concetto. Premetto che mio padre è sempre stato un genitore maschio atipico: non è mai stato geloso dei miei fidanzati e non mi ha mai rotto le palle per quando  uscivo, come mi vestivo, quando tornavo e con chi andavo. Un po' devo dire che il problema non si è mai posto fino all'età adulta visto che prima di allora, quando ero pischella, ero un po' suorella e quindi non andavo in giro truccata come un Picasso, con minigonne che scambiavi per scaldacollo e grazie all'aria aperta. Un po' penso che mio padre abbia sempre delegato la funzione guardia carceraria a mia madre, che già era portatissima al ruolo per nascita e per vocazione in virtù del suo spiccato senso dell'ansia, del dramma, e del traggggico. Un po' credo che davvero papà si sia sempre fidato di me e sia sempre stato lontano da quell'atteggiamento di possesso tipico di certi padri verso le figlie, e soprattutto non ha mai differenziato verso me o mio fratello in base al genere (cosa che mamma invece spesso ha fatto, a volte a ragion veduta perché le ragazze devono stare sempre più in guardia dei ragazzi, a volte invece era una discriminazione misogina bella e buona e la cosa mi feriva ancor di più perché veniva da una donna che aveva sempre vissuto da moderna esperienza all'avanguardia). Fatto sta che papà mi diede una delle (poche) lezioni di vita che mi ha segnata come donna: mi spiegó che io non sarei uscita, perché chi ti viene a prendere a mezzanotte vuole solo una cosa, e non è certo un rapporto maturo e sereno. Poi aggiunse che anzi, lui non me lo avrebbe impedito, lasciava a me la decisione. Non uscii. Primo perché sapevo che non avevo nessuna libertà di farlo, secondo (anzi, forse fu questa la vera ragione) perché mi aveva convinta. Ne parlai con il mio amico e lui spiegó l'atteggiamento con un: "forse perché ha un'altra?!". L'enfasi nel suo sms la ricordo ancora oggi. Non era una deduzione, sembrava un'affermazione. Sapeva per certo?non me lo ha mai confessato ma dedussi di sì e fanculizzai l'ominide. Passó del tempo, anni, uscii con altre persone approdando a quella che fu la prima lunga storia. Ero in macchina con mamma ed arrivó un sms, che suonava più o meno così: ciao come stai volevo sapere come va io tutto bene magari ci si vede. Mah non so se era davvero così, chissà se in qualche file lo ho, ma poco importa, la cosa bella era la chiosa finale: il nome e poi il suo numero di cell. Pensava -ed aveva ragione- che avessi cancellato il numero. Il fatto che lo avesse aggiunto quando mi compariva comunque nel mittente indicava il suo qi. Mia mamma disse di non rispondergli, ma come dicevo all'epoca non c'era spunta e contro spunta e tu potevi pensare che, come spesso accadeva davvero, il messaggio poteva non essere stato recapitato per errore del gestore. Per cui l'essere ignorato non era sinonimo di rifiuto, semplicemente perché non era intenzionale da parte del mittente..non ricevevi risposta perché il tuo messaggio non era arrivato a destinazione!invece no, volevo che lui sapesse che per me poteva andare a scaricare serenamente!io poi, anni dopo, ho iniziato a coltivar la filosofia opposta al "l'ignorare è il peggiore dei trattamenti". Ma anche no! La cosa giusta è dire alle persone quel che pensi: ti sfoghi, ti togli un vaffanculo che a stare sempre sulla punta della lingua senza partire dopo un po' intralcia, e spieghi bene allo stronzo di turno quel che pensi, senza fine alcuno!se poi l'altro coglie spunto di riflessione è un di più, non certo il fine. Così Darklady mandó a cagare il tizio, dicendogli che era passata oltre e che si spicciasse anche lui a fare altrettanto.
Anni dopo -diciamo 4?- come spesso accade Facebook riannodó connessioni ormai perse. Le persone entrano ed escono dalla nostra vita per varie motivazioni, a volte sono solo "ponti", a volte sono loro stesse dei fini perché sono persone con cui hai perso i contatti per le diverse strade intraprese. A volte ti danno solo occasione di divertirti un po'. Così Darklady venne contattata dal "rospo coglionazzo ovvero la botta di sfiga", le chiese l'amicizia e la contattó in chat, all'oscuro di una cosa: che Darklady sapeva un pochino di cose su di lui, spacciate da una conoscenza comune: matrimoni falliti, cambi di lavoro etc. Darklady sapeva anche che, pure questa volta, l'omino non era libero. Si scrissero per settimane, lui aveva abboccato alla grande, Darklady voleva proprio vedere dove arrivava lui, se era cambiato o no, se era il solito quaquaraqua o meno. La risposta è questa: era peggiorato. Dopo averle dato appuntamento per vedersi a cena da lui -con chiaro epilogo-, il "rospo coglionazzo ovvero la botta di sfiga" smise di rispondere ai messaggi la sera stessa dell'appuntamento. Irrecuperabile, occupava solo un posto in rubrica e spazio con le sue stronzate. Polverizzato. 

Morale: Drizzar le gambe ai grilli -o ai rospi- non si può.

Scheda de: il 
"rospo coglionazzo ovvero la botta di sfiga"

Tipo di stagno: uno qualsiasi, tutto fa brodo. L'importante è che ci sia sempre un popolo di ranocchie e luoghi appartati dove vivere le sue molteplici vite

Cibo preferito: è onnivoro, nulla da segnalare.

Carattere: un po' torinese, ovvero secondo il noto adagio "falso e cortese". Simpatico e divertente, è particolarmente portato a mentire e nascondere. Doppiogiochista fino al midollo, tira il sasso e nasconde la mano e rimane presto vittima del suo stesso gioco grazie ad una certa scarsità di materia grigia, che lo lascia all'oscuro della sua inferiorità

Caratteristica basilare: essere sfigato e non saperlo

lunedì 13 aprile 2015

Cinque anni sono passati...

..che a scriverla così, sembra di sentire Tata Lucia di SOS Tata che con il suo "settegiornisonopassatiilmiolavoroquièfinito" segna la fine della settimana hitleriana della famiglia di disadattati di turno, che può quindi finalmente tornare a scannarsi in santa pace, coi bambini che ricominceranno a buttarsi per terra o dare fuoco alla cucina, mentre noi possiamo girare canale e smetterla di sentire quel prurito alle mani sintomo di irrefrenabile voglia di mandare l'intera famigliola dal dentista dopo aver sgranato loro i denti a suon di martellate sulle gengive. Insomma, 5 anni sono passati dall'ultimo post, 5 anni di ragnatele (al blog, non ad altro, tze). Cos'è successo?(dis)onestamente non saprei. Onestamente onestamente direi che piano piano la gozzovigliante e spumeggiante quotidianità di Darklady, si è piano piano risintonizzata sul concetto di "impegno" "fidanzato" ma soprattutto di "monogamia". Ho scelto attentamente il concetto risintonizzare perché di istinto forse in passato avrei selezionato è ritenuto più appropriati verbi come "omologata" o "appianata"..insomma, avrei dato una sfumatura di livellamento verso il basso. Oggi invece no, non mi sento di deprimere e svilire la vita a due, esattamente come non rinnegherei mai il darkladismo, e questo perché se questi 5 anni ahimè mi hanno recapitato, mortacci loro, regalini come ginocchia che cigolano, autonomia di veglia limitata fino alle 22.30, ed una ruga di espressione sulla fronte (che vorrebbe uscire ma che fingiamo che non esista grazie ad un sapiente uso di jaluronico filler antiage e cemento di pronta), dall'altra si sono esibiti anche in una maggiore (ma pur sempre scarsa, chi prendo per i fondelli?!) maturità e consapevolezza di sè, che consente di vedere la vita non bianco o nero, ma a sfumature di grigio....in tutti i sensi!cioè, che darklady è un modo di sentirsi con se stessi prima di essere con gli altri, e puoi esserlo senza praticarne le forme più estreme. È come dire che credi in una Entità senza il bisogno di andare in Chiesa o raccoglierti in preghiera 600 volte al giorno, tu sai chi sei dentro di te senza bisogno di azioni finalizzate a dimostrarlo, chi siamo si vede nelle piccole cose, non nell'esibizione. Così insomma giunta la monogamia, pur rimanendo darklady inside (perché once you go darklady, you never go back oldlady), ho avuto un po' meno materiale. Ci ho pensato ogni tanto a questo blog?qualche volta. Ci ho pensato ci ho pensato, l'ultima è stata quando ho fatto pulizia nel pc che esplodeva come la macchina degli acchiappafantasmi dopo la cattura di un ectoplasma, e nell'eliminare il jpeg del banner che c'è qui sopra ho pensato che tanto non serviva più,  visto che papà blogger, dopo anni di inattività, aveva sicuramente da tempo depurato l'etere di questo mio spazio delirante, nato ad imperitura memoria di come una belinona qualsiasi fosse divenuta una darklady e di come, quindi, ci fosse speranza per tutte. Qualche sera fa poi, mentre cercavo un'app che mi consentisse di gestire il blog di lavoro dal melafonino, ho scaricato quella di blogger. Ho inserito il mio username e pass Google e lì mi è apparso il nome del blog. Io manco me lo ricordavo più come si chiamava, poraccio. Infatti la reazione al titolo è stata: " ma che è sta minchiata?ma perché mi compare sta cazzata??rospi???ma cosa me ne frega a me?!?". Poi ho visto il banner ed ho capito. È stato come un'epifania. Che tutte le tristezze porta via (ed anche il barlume di speranza di essere VERAMENTE maturata, almeno un pochetto). Perché mi sono rimessa a leggere, ed è stato un po' ritrovarsi, perché la cosa bella del blog è che se lo hai scritto tu, quando rileggi, ci ritrovi anche le sensazioni, non solo i fatti. E certi dettagli che avevi dimenticato ti tornano alla memoria, risucchiando nel tuo presente mille altri piccoli granelli di vita, di persone, di fatti e di luoghi. Pezzi dei tuoi ricordi che stavano talmente tanto sotto al cumulo di macerie che ci portiamo appresso, che non avresti potuto ri-trovarli differentemente. La cosa bella è che ho riso di certe stronzate, di certe battute (cioè, sarebbe stato ancora più triste se non fossi riuscita a far ridere manco me stessa..almeno significa che il mio senso dell'umorismo è coerente, o no?), di certi comportamenti. In certi casi mi è salito il crimine come allora, in alcuni mi sono stretta la mano da sola, in altri ho cercato lesta lesta uno spigolo per sbatterci il cranio forte. È stato bello anche vedere e risentire una cosa, che da anni non sentivo più così: quanto gusto provavo nello scrivere. Se c'è una cosa che ho sempre amato è mettere in fila parole e lettere e pensieri (non sempre in quest'ordine e non necessariamente connessi fra loro, mio malgrado), ma se c'è una seconda cosa che mi han donato questa pseudo maturità e coscienza di sè, è che so essere stronza, ma con nessuno mai come con me stessa, cui riservo il grado minimo di empatia e comprensione. Ricordo una supplente del liceo che insegnava greco e latino, una tizia giovane che abbiamo adorato per il suo modo di fare spiccio e asciutto ma comunque affettuoso, e che l'ultimo giorno della sua supplenza diede ad ognuno di noi un biglietto. Nel mio c'era scritto di imparare ad apprezzare chi sono. Trovai la frase poco carina rispetto a quello che aveva scritto ai miei compagni, cazzo ero sempre la solita sfigata! Oggi mi accorgo che quella frase racchiudeva un dono nel dono, mi stava insegnando un'altra lezione di vita, ci avrei ragionato in momenti alterni nella mia esistenza rendendomi conto che la prof aveva ragione. Tutto sto pistolotto per dire che sono una cazzo di ipercritica, che pensa sempre di dover e poter migliorare e di non essere abbastanza in alto. Per cui il discorso provare a scrivere per vivere l'ho sempre escluso. Ma se il pallino rimane, ultimamente mi sono resa conto che, paradossalmente, se questo essere sempre connessi ad interagire per iscritto con tutti e nessuno in particolare, da Facebook a Twitter a whatsapp ai forum ed ai gruppi, ci porta a far continuo uso della parola scritta, tuttavia non ha migliorato ma semmai peggiorato la qualità della scrittura, almeno la mia. D'accordo, abbiamo sempre la Stronza di mezzo che critica sempre il mio lavoro, ma dai, oggettivamente, a volte non si capisce una mazza di quel che scrivo e la fretta è cattiva consigliera (il detto dei micini ciechi proprio non mi va giù). Così insomma anche il gradire vagamente la mia precedente produzione letteraria e le puttanate che avevo scritto -oltre che combinato- mi hanno spinta a buttare giù sto bombardone. Anche perché, finito l'ultimo post, esaurita la lettura, ho pensato: ma di Tizio e Caio non ho scritto?!?ma perché?!MA VERAMENTE?! Ecco, in un blog del genere certa gente VA citata, scherziamo!! Così nei momenti più disparati, in questi due o tre giorni ho iniziato a prender appunti sui personaggi imprescindibili che ancora mancano all'appello, oltre che sul nocciolo di questo post di rientro (sosta in bagno lunga..l'ho sempre detto che sono un pochino maschio su certe cose). Oh, e se poi giustamente i personaggi finiscono -perché c'è limite a tutto, anche per una darklady!- e per nn farmi sbattere fuori di casa dalla mia metà giustamente non posso andare in giro a  procurarmi altro materiale, vorrà dire che qualche amica ci delizierà con i suoi casi umani..ehm coi suoi rospetti..