Feed the frog

domenica 19 aprile 2015

Il "rospo coglionazzo ovvero la botta di sfiga"

Ci è voluto un po' per mettere insieme questa nuova puntata, in parte perché dopo tanto tempo di astinenza dal blog avevo l'imbarazzo della scelta fra i rospi da analizzare, un po' perché da sempre non sono una di quelle che si mette a scrivere lì e boom, arriva l'ispirazione,  io a volte quel che scrivo lo devo covare, mi ci dedico nei momenti di calma o in quelli più impensati, tipo quando sono a letto prima di dormire: mi metto lì e penso a come cominciare, come delineare il post etc. Quindi si potrebbe dire che le boiate che scrivo derivano dalla stanchezza e non dalla mia mente disturbata, ecco tutto. 
Alla fine ieri sera mi sono decisa che il miglior ritorno non potesse che essere lui, il "rospo coglionazzo ovvero la botta di sfiga" uno dei top di gamma del parco rospi mondiale, tutto il resto è noia. Non c'è altro modo di denominare questa bestia, domando scusa per la volgarità della denominazione, ma Il bufo in questione -che peraltro è già stato nominato qui-  è un deficiente senza pari. Deficia praticamente di tutto: maturità, arguzia, cervello, muscoli, ma soprattutto rispetto ed umiltà. Pensa di essere un figo ed invece è uno sfigato, pensa di averla dalla parte del manico e che sia tu quella che ci è rimasta sotto, quando in realtà tu gli hai già dato dei larghi da tempo e lui non se n'è accorto. È stronzo, se ne sbatte di qualsiasi cosa, ma soprattutto ha una quantità di materia grigia pari alla sua maturità: per trovarle bisogna chiamare il RIS di Parma. La sfiga è che di tutto questo te ne accorgi che sei già coinvolta e quindi rimani invischiata come con lo slimer: bene o male ti lavi ti lavi, ma qualche pezzetto ti rimane addosso. Il tizio è stato conosciuto da Darklady anni anni ed anni fa. All'epoca whatsapp non esisteva, Zuckemberg era ancora all'asilo quindi non c'era Facebook, l'iPhone ed il galaxy erano vestiti da Nokia 3310 o startak senza connessione perenne (il che significa che io non potrei fare quel che sto facendo ora: postare dal cell usando un'app mentre sono in macchina durante un viaggio della speranza di 3 ore..ovviamente non sto guidando). Dal punto di vista sociale era una disgregazione cibernetica ma dal punto di vista umano era un'altra cosa: quando andavi a mangiare, la roba la mangiavi calda perché nn perdevi tempo a fotografarla per metterla su Instagram, se andavi a bere una birra ti guardavi negli occhi col compagno di bevute (ammesso che l'altro non fosse sverso) e soprattutto: se non rispondevi ad un messaggio potevi accampare varie scuse e nessuno ti avrebbe potuto dire niente, nessuno avrebbe potuto  dirti che però su whatsapp gli compariva doppio flag blu e che quindi avevi letto. Ciò significava che Darklady, che era all'estero per un po' di tempo per studio, poteva tenersi in contatto con gli amici solo via email. La mail galeotta fu di un amico, col quale mi parlo ancora nonostante questa vicenda, ergo è un'amicizia importante: mi mandó uno di quei giochini della serie prendi un numero aggiungi 5 togli 7 dividi per 2 etc ed avrai il numero y, diciamo 4. Scorrendo la mail leggo sotto chi aveva iniziato la catena: era proprio il bufo che, nell'inoltrare la mail ai propri contatti, commentava con stupore domandandosi come fosse possibile la riuscita del giochino. Darklady, secchia fino al midollo che non aveva ancora capito che se una telefonata allunga la vita, farsi i cazzi propri ti fa vivere serena, invió una mail al tizio spiegandogli che non si trattava altro che di un'equazione con x= y, dove  y era il numero che risultava dalla mail ovvero 4 mentre x era il numero preso dalla persona. Il bufo evidentemente oltre che non fare un cazzo al lavoro non faceva un cazzo manco a scuola e/o all'algebra non era arrivato visto che si trattava di un'equazione elementare. Ma Darklady stupidamente non se ne accorse e quando il tizio le rispose molto educato ringraziando assai e complimentandosi per l'intelligenza e l'arguzia della sua salvatrice, oltre a spiegargli che le sembrava normale sapere le basi dell'algebra, diede involontariamente modo al tipo di dare il via ad una corrispondenza informatica che duró qualche settimana. In questo periodo Darklady era invischiata in una storia malatissima con un collega di studi per cui al tizio non pensava che come un conoscente, così, quando qualche settimana dopo tornó a casa per le vacanze di Natale e il tipo la invitó a prendere un caffè, Darklady si limitò a chiedere al suo amico qualche info per capire se poteva accettare o se sto qua era un pazzo squilibrato. L'amico la rassicurò dicendo che era l'ex di una sua amica, che non era un pazzo sgozzatore ma che più di una volta lui si era comportato male con questa ragazza, tipo che l'aveva abbandonato su un Monte, di sera, perché avevano litigato, lei era scesa e lui era ripartito, mettendo in serissimo pericolo la ragazza (immaginate di stare su un monte, a fanculonia, lontani dalla civiltà, senza mezzi pubblici e di notte) che quindi fu costretta a chiedere aiuto a due suoi amici, fra l'altro amici anche di Darklady e di cui uno è quello della mail. La cosa ovviamente mise Darklady in allarme ma a lei non interessava il tizio, le faceva solo piacere dare una "consistenza" ad una mail, ad una persona che era in fin dei conti simpatica, la testa era da un'altra parte e lui lo sapeva perché più di una volta si era parlato di questa persona. L'incontro fu piacevole, lui era simpatico e carino, Darklady rimase positivamente impressionata ma la cosa ovviamente rimase confinata ad una superficiale conoscenza, anche perché poche settimane dopo tornó all'estero. Lui però pareva interessato, era dispiaciuto lei dovesse ripartire e la corrispondenza andò avanti con lui esattamente come con gli amici rimasti a casa. Poi, nei mesi a venire, la storia con lo straniero naufragó miseramente, il dolore era grande e duró anche dopo che Darklady ritornó a casa come Lessie (anche perché l'ex non la lasciava in pace!!!). Il "rospo coglionazzo ovvero la botta di sfiga" era non solo un minchione ma anche un po' stronzo perché come un corvo aleggiava sopra le macerie del cuore di Darklady fino a che non riuscì a conquistarne la fiducia. Una sera la invitó ad uscire, fu carino e galante, le parole del suo amico le rimanevano stampate solo nel retro del cervello e quando scattó il bacio, fu un gran bel bacio. Diciamola una cosa carina: il bufo baciava bene. Ma proprio bene eh!Ma come spesso accade il rapporto non andava nè avanti nè indietro, i due si vedevano spesso in pausa pranzo, lui era appiccicoso sempre con sti baci che per carità, erano bei baci ma diosanto la bocca è fatta anche per parlare e magari facciamole due parole no?insomma la cosa non si smuoveva fino a che accadde una cosa. Il bufo invitó Darklady fuori, le disse che però prima aveva una cena di lavoro, si accordarono per un'ora tipo le 10 di sera. Alle 11.30 eravamo ancora lì a mandarci sms con lui che si scusava dicendo che andava per le lunghe e rimandava l'orario ed io incazzata e pronta che gli dicevo di salutare i colleghi e venire via. Ora a scriverlo ci sorrido, ora in 2 secondi capirei che il collega si chiamava Maria o una roba così e probabilmente era incazzata quanto me di vederlo al cellulare tutta la sera a pigiare tasti sulla tastiera. Ma l'inesperienza fa questo, aggiungiamoci che fino ad allora ero stata un pochino naïf perché gli uomini che mi circondavano non erano degli stronzi. E fu lì che, quando lui mi scrisse ok arrivo e io avvertii i miei che stavo uscendo, mio padre mi chiarì il concetto. Premetto che mio padre è sempre stato un genitore maschio atipico: non è mai stato geloso dei miei fidanzati e non mi ha mai rotto le palle per quando  uscivo, come mi vestivo, quando tornavo e con chi andavo. Un po' devo dire che il problema non si è mai posto fino all'età adulta visto che prima di allora, quando ero pischella, ero un po' suorella e quindi non andavo in giro truccata come un Picasso, con minigonne che scambiavi per scaldacollo e grazie all'aria aperta. Un po' penso che mio padre abbia sempre delegato la funzione guardia carceraria a mia madre, che già era portatissima al ruolo per nascita e per vocazione in virtù del suo spiccato senso dell'ansia, del dramma, e del traggggico. Un po' credo che davvero papà si sia sempre fidato di me e sia sempre stato lontano da quell'atteggiamento di possesso tipico di certi padri verso le figlie, e soprattutto non ha mai differenziato verso me o mio fratello in base al genere (cosa che mamma invece spesso ha fatto, a volte a ragion veduta perché le ragazze devono stare sempre più in guardia dei ragazzi, a volte invece era una discriminazione misogina bella e buona e la cosa mi feriva ancor di più perché veniva da una donna che aveva sempre vissuto da moderna esperienza all'avanguardia). Fatto sta che papà mi diede una delle (poche) lezioni di vita che mi ha segnata come donna: mi spiegó che io non sarei uscita, perché chi ti viene a prendere a mezzanotte vuole solo una cosa, e non è certo un rapporto maturo e sereno. Poi aggiunse che anzi, lui non me lo avrebbe impedito, lasciava a me la decisione. Non uscii. Primo perché sapevo che non avevo nessuna libertà di farlo, secondo (anzi, forse fu questa la vera ragione) perché mi aveva convinta. Ne parlai con il mio amico e lui spiegó l'atteggiamento con un: "forse perché ha un'altra?!". L'enfasi nel suo sms la ricordo ancora oggi. Non era una deduzione, sembrava un'affermazione. Sapeva per certo?non me lo ha mai confessato ma dedussi di sì e fanculizzai l'ominide. Passó del tempo, anni, uscii con altre persone approdando a quella che fu la prima lunga storia. Ero in macchina con mamma ed arrivó un sms, che suonava più o meno così: ciao come stai volevo sapere come va io tutto bene magari ci si vede. Mah non so se era davvero così, chissà se in qualche file lo ho, ma poco importa, la cosa bella era la chiosa finale: il nome e poi il suo numero di cell. Pensava -ed aveva ragione- che avessi cancellato il numero. Il fatto che lo avesse aggiunto quando mi compariva comunque nel mittente indicava il suo qi. Mia mamma disse di non rispondergli, ma come dicevo all'epoca non c'era spunta e contro spunta e tu potevi pensare che, come spesso accadeva davvero, il messaggio poteva non essere stato recapitato per errore del gestore. Per cui l'essere ignorato non era sinonimo di rifiuto, semplicemente perché non era intenzionale da parte del mittente..non ricevevi risposta perché il tuo messaggio non era arrivato a destinazione!invece no, volevo che lui sapesse che per me poteva andare a scaricare serenamente!io poi, anni dopo, ho iniziato a coltivar la filosofia opposta al "l'ignorare è il peggiore dei trattamenti". Ma anche no! La cosa giusta è dire alle persone quel che pensi: ti sfoghi, ti togli un vaffanculo che a stare sempre sulla punta della lingua senza partire dopo un po' intralcia, e spieghi bene allo stronzo di turno quel che pensi, senza fine alcuno!se poi l'altro coglie spunto di riflessione è un di più, non certo il fine. Così Darklady mandó a cagare il tizio, dicendogli che era passata oltre e che si spicciasse anche lui a fare altrettanto.
Anni dopo -diciamo 4?- come spesso accade Facebook riannodó connessioni ormai perse. Le persone entrano ed escono dalla nostra vita per varie motivazioni, a volte sono solo "ponti", a volte sono loro stesse dei fini perché sono persone con cui hai perso i contatti per le diverse strade intraprese. A volte ti danno solo occasione di divertirti un po'. Così Darklady venne contattata dal "rospo coglionazzo ovvero la botta di sfiga", le chiese l'amicizia e la contattó in chat, all'oscuro di una cosa: che Darklady sapeva un pochino di cose su di lui, spacciate da una conoscenza comune: matrimoni falliti, cambi di lavoro etc. Darklady sapeva anche che, pure questa volta, l'omino non era libero. Si scrissero per settimane, lui aveva abboccato alla grande, Darklady voleva proprio vedere dove arrivava lui, se era cambiato o no, se era il solito quaquaraqua o meno. La risposta è questa: era peggiorato. Dopo averle dato appuntamento per vedersi a cena da lui -con chiaro epilogo-, il "rospo coglionazzo ovvero la botta di sfiga" smise di rispondere ai messaggi la sera stessa dell'appuntamento. Irrecuperabile, occupava solo un posto in rubrica e spazio con le sue stronzate. Polverizzato. 

Morale: Drizzar le gambe ai grilli -o ai rospi- non si può.

Scheda de: il 
"rospo coglionazzo ovvero la botta di sfiga"

Tipo di stagno: uno qualsiasi, tutto fa brodo. L'importante è che ci sia sempre un popolo di ranocchie e luoghi appartati dove vivere le sue molteplici vite

Cibo preferito: è onnivoro, nulla da segnalare.

Carattere: un po' torinese, ovvero secondo il noto adagio "falso e cortese". Simpatico e divertente, è particolarmente portato a mentire e nascondere. Doppiogiochista fino al midollo, tira il sasso e nasconde la mano e rimane presto vittima del suo stesso gioco grazie ad una certa scarsità di materia grigia, che lo lascia all'oscuro della sua inferiorità

Caratteristica basilare: essere sfigato e non saperlo

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